Sotto un cielo nuvoloso


Sotto un cielo nuvoloso, l'informazione si trasforma in un'arma. Nuove nuvole oscurano il panorama,alimentando e alimentate dal'ego politico e manipolando le masse già  nella apertura,  con la falsa promessa di tutelare la privacy.  Inscatolati nella favola del “La tua privacy è la nostra priorità” per toglierti la curiosità o clicca qui o paga. 

Confine immaginario di un’editoria dimentica di alcune possibili soluzioni per contrastare la manipolazione dell'informazione, come l'educazione ai media, il giornalismo indipendente e la tutela della privacy, ormai nel loop pagami o violo o manipolo al fine di rendere fragile la privacy.

Dietro la facciata rassicurante, si nasconde un meccanismo che soffoca la curiosità, costringendoci a scegliere tra rinunciare all'approfondimento o pagare un prezzo. Un confine immaginario delimita un'informazione omologata, plasmata per limitare la nostra capacità di analisi critica.

L’adattare il testo a un pubblico con un livello di conoscenza diverso o interessi specifici culturali più ampi sembra dimenticato mentre la logica commerciale con la sua necessità di attirare l'attenzione e fidelizzare il pubblico, spinge i media a puntare su contenuti facili da consumare e facilmente condivisibili. La minima competizione tra media, poiche il cartello che fanno nella loro dualità è ampio nei diversi canali mediatici e porta a una omologazione dei contenuti, a una corsa all'audience. Un loop che influisce sulla agenda setting dove i media hanno un ruolo fondamentale nel definire l'agenda pubblica, selezionando e enfatizzando determinati temi a discapito di altri.

La non trasparenza e analisi degli algoritmi utilizzati dai media dai social media e dai motori di ricerca tendono a mostrare agli utenti contenuti simili a quelli già consumati in precedenza, rinforzando le loro bolle informative.

Emerge così una povertà di pensiero nella ripetizione continua delle stesse informazioni che può limitare la capacità critica e il pensiero autonomo degli individui per favorire altri più economicamente vantaggiosi per gli interessati. Ridondanza che contribuisce al polarizzare le opinioni, rafforzando le divisioni all'interno della società e loro prevedibile conseguenza. La ripetizione di informazioni false o fuorvianti inventate e senza alcuna prova concreta può contribuire alla diffusione della disinformazione.

Quanto all'eccesso di informazioni può generare un senso di sovraccarico informativo e distrarre l'attenzione da temi più importanti. Strategie di aggiunta di parti duplicate per aumentare l'affidabilità.

 La  teoria proposta da Watzlawick in riferimento alla pragmatica della comunicazione, la teoria dell'informazione, la ridondanza estrapolata nell’attuale senza una analisi antropologica evolutiva sono solo fine a se.

Consideriamo l’applicazione troppo semplicistica delle teorie di Watzlawick , della teoria dell'informazione, al fenomeno della ridondanza nei media,  potrebbe non essere sufficiente per cogliere la complessità del problema.

Un'analisi antropologica evolutiva potrebbe fornire una prospettiva più ampia e profonda, aiutandoci a comprendere meglio le cause e le conseguenze della ridondanza nei media e a sviluppare strategie più efficaci per affrontarla e confrontare la teoria di Watzlawick con altre teorie della comunicazione, come la semiotica o la sociolinguistica. Inoltre,  necessita riflettere sulle implicazioni etiche che pone l'interrogativo  che se il non considerare l'evoluzione della comunicazione nella storia umana e nel suo parallelo naturale non sia essa stessa una mancanza di eticità, sollevando  un punto cruciale nell'analisi della ridondanza nei media e delle implicazioni etiche connesse.

L'etica della comunicazione e l'evoluzione umana porta a  considerare un aspetto fondamentale,  la comunicazione non è un fenomeno statico, ma un processo dinamico profondamente radicato nella nostra storia evolutiva negli ultimi secoli sempre più  alla tecnologia .

La comunicazione è un fenomeno in continua evoluzione, profondamente influenzato dalla tecnologia. Per comprendere appieno le dinamiche attuali e le sfide future, è fondamentale adottare una prospettiva storica e critica, che tenga conto sia delle opportunità che dei rischi connessi all'uso delle nuove tecnologie.

Quando un sistema sociale non ha la sufficiente capacità di comprensione evolutiva della comunicazione la classe dominante tenta di rallentare il l’evoluzione sociale al fine di mantenere privilegi

La comunicazione non è solo uno strumento di scambio di informazioni, ma anche un potente strumento di potere. Chi controlla la comunicazione, controlla spesso anche la narrazione dominante, influenzando le opinioni, i comportamenti e le scelte delle persone.

Se l’ambito è anti-evolutivo è resistenza al cambiamento.  Il cambiamento sociale è un processo dinamico e spesso complesso. Le classi dominanti, per mantenere i propri privilegi, possono tentare di rallentare o addirittura invertire questo processo, manipolando la comunicazione per legittimare il proprio potere e screditare le istanze di cambiamento.

 Ignorare questa dimensione significa non solo semplificare eccessivamente la complessità del fenomeno, ma anche rischiare di prendere decisioni etiche basate su una comprensione parziale della realtà. Il pericolo è l’estrapolazione di un determinato momento storico per comprendere un fenomeno complesso come la comunicazione questo rischia di semplificare eccessivamente la realtà e di condurre a conclusioni errate.

Considerare l'evoluzione della comunicazione è comprendere anche  le radici biologiche della comunicazione umana che ha radici profonde nella nostra biologia. I nostri cervelli sono evoluti per comunicare e interagire socialmente. Ignorare questo aspetto significa sottovalutare l'impatto emotivo e psicologico della comunicazione. La comunicazione è sempre mediata dalla cultura. La quale è gestita dal contesto culturale di quel momento.  Le norme sociali, i valori e le credenze influenzano profondamente il modo in cui comunichiamo. Ignorare questo aspetto significa non comprendere appieno come la comunicazione plasmi e sia plasmata dalla società.

La cultura agisce come un filtro attraverso il quale interpretiamo e diamo significato al mondo. Le nostre esperienze, i valori, le tradizioni e le norme sociali influenzano profondamente il modo in cui comunichiamo, sia a livello verbale che non verbale.  Ciò significa che la comunicazione è un fenomeno relativo, ovvero varia da cultura a cultura. Pertanto, necessitano di flessibilità e databilità di dinamismo culturale.  La cultura non è statica, ma si evolve nel tempo. Le norme sociali, i valori e le credenze cambiano in risposta a fattori economici, politici, sociali e tecnologici. Di conseguenza, anche la comunicazione si adatta a questi cambiamenti.

Impatto delle nuove tecnologie: Le nuove tecnologie della comunicazione hanno accelerato il processo di cambiamento culturale e hanno influenzato profondamente il modo in cui interagiamo.

In alcune culture, il tempo è considerato lineare e diviso in unità precise, mentre in altre è più ciclico e legato a eventi naturali. Questo diverso concetto del tempo influenza profondamente la comunicazione interpersonale e la gestione degli appuntamenti.

L’influenza della comunicazione non verbale come iI gesti, le espressioni facciali e la prossemica (la gestione dello spazio personale sono rilevanti e importanti ) variano significativamente da una cultura all'altra e hanno una loro precisa evoluzione storica naturale legata al loro contesto territoriale adattativo di subculture. Un cenno del capo, ad esempio, può indicare assenso in alcune culture e negazione in altre.

Attualmente i social media e internet hanno creato nuove forme di comunicazione che sfidano le norme sociali tradizionali e hanno portato alla nascita di nuove subculture.

Le tecnologie della comunicazione hanno profondamente trasformato il modo in cui interagiamo. Un'analisi che non tenga conto di questa evoluzione rischia di essere anacronistica e inadeguata a comprendere le sfide attuali.

Le implicazioni etiche di una visione parziale voluta o non voluta è manipolazione poiché ignorando l'evoluzione della comunicazione, si rischia di sottovalutare il potenziale manipolatorio dei media e di non sviluppare strumenti adeguati per difendersi dalla disinformazione.

La comunicazione è fondamentale per creare legami sociali e costruire comunità. Una visione parziale della comunicazione può portare all'isolamento sociale e all'alienazione.  Le tecnologie della comunicazione è l’ingegnerizzazione della informazione non sono distribuite equamente. Ignorare questo aspetto significa contribuire a perpetuare le disuguaglianze sociali.  Una visione parziale della comunicazione, che non tiene conto della sua dimensione relazionale e culturale, può portare a una serie di conseguenze negative per gli individui e la società nel suo complesso.

L'etica della comunicazione non può prescindere da una profonda comprensione della storia e dell'evoluzione umana. Solo considerando la complessità del fenomeno comunicativo potremo sviluppare approcci etici più efficaci per affrontare le sfide poste dalla ridondanza nei media e dalle nuove tecnologie.

Come le neuroscienze possono aiutarci a comprendere meglio i meccanismi cerebrali alla base della comunicazione e dell'influenza dei media. Necessita valutare comprendere l'importanza della comunicazione non verbale nell'era digitale e le sue implicazioni etiche.

L'educazione ai media deve essere ben diffusa e non esclusività di leadership dominanti, le quali mancano della preparazione necessaria. Come educare le persone a diventare consumatori critici di informazioni e a utilizzare in modo consapevole le tecnologie della comunicazione è necessario al fine di poter progredire.

-mm-

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